Una vita sui campi di mezza provincia, macinando chilometri nelle categorie dilettantistiche, poi la decisione di smettere, ma senza appendere gli scarpini al chiodo. Quello di Mattia Damonti non è stato un addio, bensì una metamorfosi: sguardo dalla rete alla buca; piedi dall’erba del campo a quella del green. Archiviato il calcio è arrivato il footgolf.
“Me l’hanno fatto conoscere i miei cognati. Li sentivo parlare di questo sport con grande entusiasmo. L’ho provato quando stavo ancora giocando ed è stato un colpo di fulmine. Avevano ragione. Il footgolf ti permette di trascorrere del tempo in posti belli, giocando su manti erbosi perfetti e in mezzo alla natura. La competitività c’è, ma viene meno l’agonismo, quindi è ideale per il post calcio e per far prevalere la tecnica sulla corsa. Si è sempre in movimento, ma camminando. Mi ha rapito, e sto dedicando a questa attività tempo e passione, con tante idee che mi ronzano per la testa”.
Dalle giovanili del Lumezzane al Calcinato, ultima tappa di un percorso che ha toccato Bedizzole (due volte), Palazzolo, Rezzato, Nuvolera, Sporting Calcinato e Vobarno. Ora, a quasi 37 anni, il presente di Damonti è il Footgolf Cremona, “una delle realtà più importanti e organizzate, nata grazie ad un gruppo di amici che, nel tempo, è riuscito a gestire la società in modo serio, raccogliendo una cinquantina di iscritti. Brescia ad oggi un po’ scoperta”.
L’aria di casa è un richiamo impossibile da ignorare: “Nei mesi scorsi abbiamo organizzato un allenamento sperimentale al Golf Serenissima, il campo del Centro Sportivo Rigamonti di Buffalora. Ho constatato entusiasmo e voglia di approfondire in molti dei partecipanti. Le idee in cantiere sono parecchie, dall’organizzazione di tornei locali alla creazione di un’Academy, una sorta di scuola di footgolf. Mi affascina anche la possibilità di dare vita ad un’associazione sportiva che possa sostenere i giocatori più meritevoli per fare da trampolino di lancio verso le manifestazioni di maggior calibro. Credo ci sia spazio per diventare un punto di riferimento in provincia”.
Il footgolf, ad oggi, è una nicchia, ma i numeri parlano di un’espansione davvero rapida, orchestrata da due federazioni differenti: Aifg (Associazione Italiana Footgolf), che determina la composizione dell’organico della Nazionale italiana e Lnf (Lega Nazionale Footgolf), che stila una sorta di ranking tennistico scaturito dalla partecipazione ai tornei, che assegnano punti e, talvolta, anche piccoli premi in denaro.
“Siamo ancora in fase di lancio – ammette Damonti -, ma ci sono paesi, come l’Argentina, in cui il footgolf ha già risvolti professionistici. Qui gli atleti più brillanti devono ancora cercarsi gli sponsor o pagarsi le spese di tasca loro per partecipare a un Mondiale, ma anche chi disputa manifestazioni interregionali o nazionali deve fare i conti con il portafoglio. La crescita, tuttavia, è costante e bisogna ammettere che il footgolf sta aiutando i golf piccoli e medi a sopravvivere o a svilupparsi diversificando”.
In attesa dei progetti futuri e complice l’arrivo della primavera la stagione entra nel vivo: “Ora si inizia a fare sul serio, con il Major di Crema che è una delle competizioni più importanti. Obiettivi futuri? Migliorare la tredicesima posizione nel ranking e puntare al podio”.
fonte Calciobresciano.it